Una piacevole chiacchierata in compagnia di un “mostro sacro” della musica dello spettacolo ( e tanto altro) del nostro paese; a voi Claudio Somazzi in esclusiva per tutti voi di allaRadio!
Enjoy It!
BUONGIORNO CLAUDIO. A NOME DI TUTTA ALLARADIO E’ UN PIACERE IMMENSO POTER SCAMBIARE DUE CHIACCHIERE CON TE.ALLORA, UNA VITA ALL’INSEGNA DELLA MUSICA E DELLO SPETTACOLO DA “DEEJAY TELEVISION” FINO A “CD LIVE” E VIA ANCORA TRA “FESTIVALBAR” E CHI Più NE HA PIU’ NE METTA FINO A “DIGITAL MAGICS”. SE DOVESSI TIRARE UN BILANCIO DI QUESTA TUA VITA “MUSICALE” COME POTRESTI RIASSUMERLA?
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BUONGIORNO CLAUDIO. A NOME DI TUTTA ALLARADIO E’ UN PIACERE IMMENSO POTER SCAMBIARE DUE CHIACCHIERE CON TE.ALLORA, UNA VITA ALL’INSEGNA DELLA MUSICA E DELLO SPETTACOLO DA “DEEJAY TELEVISION” FINO A “CD LIVE” E VIA ANCORA TRA “FESTIVALBAR” E CHI Più NE HA PIU’ NE METTA FINO A “DIGITAL MAGICS”. SE DOVESSI TIRARE UN BILANCIO DI QUESTA TUA VITA “MUSICALE” COME POTRESTI RIASSUMERLA?
Buongiorno Massimo. Sicuramente il mondo musicale è molto cambiato dagli anni 80, quando ho iniziato a lavorare a Deejay Television. All’epoca facevo parte del team più forte nel panorama: nel 1989, ultimo anno della trasmissione, avevamo un cast composto da Jovanotti, Pieraccioni, Amadeus, Fiorello e Linus, tutti personaggi di altissimo livello che ruotavano attorno alla figura del grande mentore Cecchetto. Quello era sicuramente un osservatorio privilegiato come lo è oggi CD Live, che mi permette di essere attento alle trasformazioni, ai fenomeni di massa e alle nuove tendenze.
Tra in grandi cambiamenti che ho potuto notare c’è sicuramente il rapporto con gli artisti: purtroppo nel corso degli anni c’è stata una spersonalizzazione, la relazione con loro è diventata molto formale e distaccata, posizionata quasi soltanto ad un livello professionale. Questa è una caratteristica tipicamente Italiana: in Inghilterra e negli Stati Uniti ad esempio, dove ci sono gli studi di CD live, si può benissimo notare che questo distacco non esiste e che è una singolare costruzione del Bel Paese.
Provengo da una lunga esperienza nel mondo della musica ma il mio impegno nel settore è a 360 gradi e si divide tra televisione, radio ed editoria, fino a culminare nel digitale.
HAI ATTRAVERSATO GLI ANNI ’80 COL BOOM DEL POP DEL ROCK DA CLASSIFICA E DELLE NUOVE TECNOLOGIE, L’ARRIVO DEI ’90 CON L’IMPORSI DELLA DANCE/TECHNO MUSIC E IL DECLINO PARZIALE DEL GRANDE ROCK E L’AVVENTO DEL NUOVO MILLENNIO...PROPRIO DI QUESTO NUOVO MILLENNIO QUALE CREDI SIA STATA LA “GRANDE NOVITA’” SE VOGLIAMO CHIAMARLA COSI’ DI QUESTI ULTIMI ANNI?
HAI NOTATO UN GROSSO CAMBIAMENTO TRA I 90 E IL 2000?
Gli anni ‘80 sono quelli della Dance, della Disco e del Punk, in grado di influenzare e cambiare tutta la musica europea. Gli anni ’90, invece, sono quelli dell’immagine e del successo aleatorio e passeggero: pochi artisti sono riusciti ad essere traghettati dai ‘90 al 2000 e questo soprattutto perché erano troppo vicini all’immagine e molto meno al testo e alla musica.
Nel 2000 si assiste al riposizionamento della musica come momento di aggregazione dei ragazzi. Oggi c’è più attenzione al suono e al pezzo e la fruizione è migliorata sia qualitativamente che quantitativamente grazie soprattutto alla tecnologia.
In giro per la Rete si vedono cose artisticamente molto interessanti e le barriere d’accesso al mondo della musica sono diventate pressoché nulle: il confine tra produttore e fruitore si è assottigliato molto diventando spesso bidirezionale. Inoltre i costi di produzione sono molto più bassi di un tempo, si possono downloadare strumenti digitali e chiunque può arricchire il proprio materiale ad esempio con contenuti video e grafici dalla qualità piuttosto buona.
NEL 2005 TI SEI UNITO AL GRUPPO DI DIGITAL MAGICS. CLAUDIO, CI PARLI DI QUESTA NUOVA SFIIDA?
Il Gruppo Digital Magics nasce nel 2004 per rispondere all’esigenza di innovare il mercato dei contenuti multimediali, sfruttando le potenzialità dei media digitali e offrendo nuovi format e nuovi modelli di marketing e comunicazione.
Nel 2005 decido di fondere le mie esperienze nel mondo della musica, dell’intrattenimento e dell’editoria alle competenze sui media digitali e sulle attività di marketing e comunicazione proprie di Enrico Gasperini e Gabriele Ronchini, rispettivamente Presidente e Amministratore Delegato, cui si aggiungono quelle sui nuovi format televisivi per il mondo digitale di Gabriele Gresta, Vice Presidente del Gruppo.
Nel tempo ci siamo specializzati e abbiamo approfondito le potenzialità messe a disposizione dai mezzi digitali presidiando tutta la catena del valore nella creazione di contenuti con un’attenzione particolare ai contenuti generati dagli utenti. In quest’ottica è nata TheBlogTv, il primo canale TV “User Generated” europeo basato sul contributo degli utenti.
Grazie alla nostra esperienza e alle compotenze all’interno del Gruppo siamo in grado di supportare i nostri Clienti come partner nella creazione di canali e contenuti innovativi, diventando, in alcuni casi, editori di noi stessi.
In questo momento la comunicazione veicolata esclusivamente sui canali tradizionali, in particolare per i discografici, comincia ad entrare in crisi: il pubblico è sempre più sfuggente e, grazie ai nuovi mezzi a disposizione, protagonista della creazione della propria playlist e l’industria discografica si è accorta con clamoroso ritardo di ciò che sta arrivando ‘dal basso’. Le major faticano ad adeguarsi alle nuove dinamiche, non solo in termini strategici e distributivi, ma anche nelle idee: ancora oggi, per esempio, non si può prescindere dal “formato fisico”, è come una cappa che limita le possibilità della tecnologia. Proprio per questo, il nostro obiettivo è affiancarci alla discografia e aiutarla ad uscire dagli schemi rigidi che ingabbiano la creatività e molto spesso anche il successo, ponendoci non solo come “aggregatori” di contenuti digitali, ma soprattutto come “packagers” per valorizzare la grande potenzialità dell’industria.
MOLTI GIOVANI OGGI GIORNO SEMBRANO ALLONTANARSI DALLA MUSICA DI “CASA NOSTRA” OPTANDO PER IL SOUN NORD EUROPEO E D’OLTRE OCEANO, COSA CREDI MANCHI ALLA MUSICA ITALIANA PER ESSERE “COMPETITIVA” A LIVELLO MONDIALE?
Sinceramente non credo che i giovani si stiano allontanando, anzi, sto notando nell’ultimo periodo un ritorno al cantare in italiano. Certo, se pensiamo ai Finley vediamo che strizzano l’occhio al punk, ma dopo il primo singolo in inglese anche loro hanno deciso di virare all’italiano. Credo che quello che manca in Italia sia la possibilità di avere visibilità in Radio e Televisione: senza i passaggi non si possono trasformare i talenti in personaggi. In questo senso Web e new media possono dare visibilità ai gruppi emergenti. Basta ricordare che sono solo quattro o cinque gli artisti italiani che sono riusciti ad emergere, questo perché purtroppo i media tendono a trasmettere soltanto quelli che sono successi conclamati innescando così un circolo vizioso: se non viene trasmesso, un pezzo non riuscirà mai a diventare popolare, è un cane che si morde la coda!
In un panorama come quello attuale, e qui rubo un’espressione molto usata nel mondo della musica, neanche i Beatles sarebbero arrivati ad ottenere il successo avuto allora.
PROGETTI PER L’IMMINENTE FUTURO CLAUDIO?
Sono un osservatore privilegiato perché il mio impegno mi porta ad essere sempre connesso in Rete e cerco di catturare tutto quello che si muove online. Ora, in particolare, stiamo lavorando ad un progetto integrato dedicato a band e artisti emergenti, con lo scopo di offrire loro visibilità attraverso le potenzialità del Web 2.0 – la rete sociale delle conversazioni.
E UNA DOMANDA FINALE...COSA ASCOLTA CLAUDIO SOMAZZI NEL PROPRIO STEREO IN QUESTI GIORNI?
Mah, diciamo che sono onnivoro sotto l’aspetto dei generi musicali, il tipo di musica che ascolto dipende soprattutto dal momento della giornata e all’umore. In generale posso dire che sono molto legato alle radici del Rock, da Jimmi Hendrix ai Beatles, un po’ meno ai Rolling Stones. In questo momento mi piace molto il Jazz e in particolare le nuove contaminazioni, provenienti dal mondo anglosassone, tra il Jazz puro e l’Hip hop... ecco, questa nuova forma di R&B secondo me è piuttosto interessante.